"Un luogo dove la progettazione del paesaggio diventi una facciata rivolta verso il cielo"
“Vedendo la terra come una tela su cui è raffigurata l’attività dell’uomo, a volte mi chiedo che tipo di mondo dovrebbe essere il nostro. La mia risposta è che dovrebbe essere un luogo dove la progettazione del paesaggio diventi una facciata rivolta verso il cielo”.
Con queste parole l’architetto giapponese Tadao Ando inaugura il numero di maggio di Domus - da lui diretto per tutto il 2021 – che celebra la primavera con un esclusivo e inedito focus sul paesaggio.
“Lo sviluppo sostenibile ha sottolineato l’importanza della coesistenza di natura e ambiente urbano. La progettazione del paesaggio ha un grandissimo potenziale per risolvere le sfide della nostra epoca. Anche se è solo il frammento di una sofisticata strategia urbana, rimane invariata la motivazione di fondo per creare” spiega Ando nel suo editoriale in cui condivide la sua straordinaria visione di area verde soffermandosi sulla capacità di un giardino di diventare autentico portavoce di una cultura e di un’identità.
“Nella forma e nella struttura di un giardino possiamo cogliere con chiarezza la cultura che lo ha generato. All’interno dello spettro etnologico, i paesaggi cambiano in modo significativo. Il giardino islamico presenta una serie di cortili che, oltre ad aiutarci a sopportare un clima ostile, esprimono con decisione il desiderio di oasi rigogliose e la fuggevole bellezza di varietà di fiori e piante. I giardini all’italiana di Tivoli incarnano l’estetica classica per sottolineare la costruzione di un ordine razionale, utilizzando la conformazione del terreno per spettacolari giochi d’acqua. Il giardino tradizionale giapponese simboleggia la particolare visione locale della natura attraverso una perfetta integrazione con l’ambiente e un’espressione di vita che si trasforma nel tempo. Ciascuna di queste tipologie trasmette i sogni di una generazione come messaggi sinceri a quelle successive. Tra questi esempi, il Central Park di New York, un simbolo del XX secolo, segna un monumentale cambio di paradigma nella genealogia del giardino che qui si fa intermediario tra natura e città, contrassegnando l’origine della progettazione del paesaggio contemporaneo”.
Il legame tra area verde e comunità è alla base del pensiero di Ando, le cui prime proposte green risalgono addirittura al 1969. Per il guest editor di Domus 2021 non c’è alcuna differenza tra progettare un edificio o una foresta, in quanto entrambi possono influenzare positivamente l’ambiente. E lo possono fare in molteplici modi: modellandolo, integrandolo, intervenendo su di esso e generando qualcosa di nuovo laddove sia mancante. Azioni differenti che Domus sceglie di raccontare attraverso sei progetti d’architettura internazionale e un focus d’arte speciale dedicato alla Land Art nell’intento di stimolare come sempre una riflessione e un dibattito tra tutti coloro che sono chiamati, con il proprio lavoro o il proprio agire, a “modellare” il paesaggio come “paradiso idealizzato caro agli abitanti di qualsiasi cultura”.
Una visione che trova forma anche nell’immagine di copertina (allegata e dai lui autografata) che ritrae un uomo di fronte ad un paesaggio (tempo indiano) che si è creato lui (credits: Cover Domus maggio - Stepwell (Bundi, India) 2015, tratta dalla serie 'Man Facing Away' di Mitch Cullin.
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