Esclusiva su Quattroruote di agosto
Perché Ayrton Senna non arrivò mai a guidare una Ferrari di Formula1? A rivelare in esclusiva il vero motivo del mancato ingaggio del grande campione brasiliano da parte della scuderia del Cavallino rampante è Quattroruote che nel numero di agosto in uscita fa finalmente luce su un episodio rimasto per trent’anni esatti avvolto dalla riservatezza.
A raccontare come andarono realmente le cose a Carlo Cavicchi, già direttore del mensile e autore della rivelazione, è l’ingegner Piero Fusaro, all’epoca presidente della Ferrari. Già il 26 marzo del 1990, infatti, Cesare Fiorio, plenipotenziario sui campi di gara per il team, era andato all’assalto di Senna, subito dopo la vittoria ottenuta da Alain Prost con la Rossa nel Gran Premio del Brasile. La trattativa fu lunga e difficile, perché il contratto doveva essere curato nei minimi dettagli con Ayrton, persona estremamente meticolosa. Il 9 luglio, all’indomani del GP di Francia vinto ancora da Prost, l’accordo venne però raggiunto e Fiorio poté sottoporlo ai vertici della Ferrari e del gruppo Fiat per la ratifica: dalla stagione 1991 Senna avrebbe guidato la monoposto del Cavallino.
Ma la firma su quel contratto da parte della Ferrari non arrivò mai. Che cosa successe? A spiegarlo è oggi Fusaro: “Il contratto era nelle mie mani”, racconta l’ex presidente, «ma Alain Prost, scavalcando le gerarchie, chiese un colloquio privato con Gianni Agnelli, che glielo concesse. All’uscita dal colloquio, Prost dichiarò ufficialmente di essere stato riconfermato in Ferrari per la stagione 1991. In quel momento io venni preso in contropiede e, nel rispetto delle gerarchie aziendali, mi consultai con Romiti riguardo alla firma da apporre sul contratto di Ayrton Senna, anche perché la conferma di Alain Prost in squadra escludeva automaticamente la presenza del campione brasiliano”.
Fusaro racconta – si legge su Quattroruote - di aver tenuto duro, di fronte all’iniziale tergiversare della capogruppo, consapevole com’era del fatto che ingaggiare Senna, amatissimo in patria, avrebbe portato ritorni molto positivi per la Fiat in Brasile, mercato importante per la Casa torinese. “Le ripetute insistenze (con relative considerazioni a sostegno della ratifica del contratto a cui mancavano solo le firme), si protrassero per diverso tempo”, prosegue Fusaro, “per concludersi, alla fine, con un no! e la conferma di Prost, non potendo essere messa in discussione una scelta che, a ragione o a torto, era attribuita, ormai ufficialmente, a Gianni Agnelli”.
Alla fine, la decisione di non sottoscrivere l’accordo con Senna, destinato a restare alla McLaren prima di passare alla Williams e andare incontro al tragico destino di Imola, venne presa dal comitato esecutivo della Ferrari, composto dallo stesso Fusaro e da Piero Ferrari, Cesare Romiti e Luca Cordero di Montezemolo.
Interpellato al proposito da Quattroruote, Cesare Romiti ha confermato la correttezza di questa versione dei fatti. In tutti, resta il rimpianto di non aver potuto vedere, a causa di questo episodio, un grande campione come Ayrton Senna al volante delle Formula1 di Maranello.
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